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CONSIDERAZIONI SU OSSERVATORI

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LA RILEVAZIONE DI PATOLOGIE: ALCUNE CONSIDERAZIONI SUGLI OSSERVATORI DI MALATTIE PROFESSIONALI

L’epidemiologia é una disciplina scientifica che risponde a una curiosità intellettuale, ovvero conoscere le cause delle malattie, ma anche a una finalità pratica, prevenire le malattie (P. Vineis, 2013). Ed è quindi con questo spirito che sarebbe auspicabile affrontare la realizzazione di un Registro (o Osservatorio) di patologie riconducibili ad esposizioni lavorative o ambientali. Oltre quindi ad un aspetto di carattere “teorico” (cercare di comprendere che cosa possa determinare l’insorgenza di una malattia), è di rilevante interesse (anche e soprattutto per la collettività) cercare di utilizzare le informazioni raccolte in un Registro al fine di attuare politiche e azioni di prevenzione.
Il perseguimento di tali fini richiede la raccolta sistematica ed il più possibile esaustiva di tutti i casi  della patologia in studio relativi ad un territorio, ad una coorte e ad un periodo temporale.
Appare subito evidente che non si tratta di un’operazione semplice.
Si può comprendere come sia indispensabile integrare le informazioni relative ai casi incidenti coordinandosi con vari Enti e Strutture operanti nel settore della salute (per esempio, considerando il caso dei mesoteliomi, consultando le Schede di dimissione ospedaliera (SDO) e soprattutto, ove esistenti, i Registri Mesoteliomi – Renam). D’altro canto, considerando che normalmente si ricercano i casi incidenti in una determinata popolazione, occorrerà necessariamente sottoporre a monitoraggio nel tempo (follow up)  la popolazione in studio.
Negli ultimi anni, sono stati istituiti diversi centri di raccolta dati relativi a varie patologie, alcuni istituzionali, altri emanazione di Enti o Associazioni privati. Un esempio è il sistema di rilevazione MALPROF, nato da una ricerca ISPESL (Ente ora assorbito in INAIL) che ha iniziato l’attività in Lombardia nel 1999. Il sistema informativo di MALPROF prevede la raccolta delle segnalazioni di malattie giunte ai Servizi di Prevenzione delle ASL integrandole con informazioni relative alla qualità della diagnosi e alla anamnesi lavorativa (F. Calamano-Specchia, 2015). Un’altra esperienza,  finalizzata in particolare alla ricerca di malattie professionali perdute, è il progetto OCCAM (collaborazione tra ISPESL e Istituto nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano). OCCAM prevede un record linkage tra banche dati già esistenti (INPS e SDO) e consente di far emergere possibili casi di patologie con eventuale eziologia professionale, rendendo possibile un approfondimento successivo con indagini specifiche sui singoli casi (F. Calamano-Specchia, 2015).
Un registro relativo ad una specifica patologia è il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM), previsto dal  Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 308 del 10 dicembre 2002, "Regolamento per la determinazione del modello e delle modalita' di tenuta del registro dei casi di mesotelioma asbesto correlati ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del decreto legislativo n. 277 del 1991", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 31 del 7 febbraio 2003, che ha istituito tale Registro presso l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (ISPESL), ora coordinato da INAIL, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale.
Un’altra esperienza avente per fine la ricerca di alcune patologie tumorali a possibile eziologia professionale è  l’Osservatorio dei tumori professionali che il Sostituto Procuratore Raffaele Guariniello ha creato nel 1992. In particolare, da tale data, l’Osservatorio (ancora attivo  all’interno della Procura della Repubblica di Torino) ha raccolto in modo sistematico le segnalazioni, provenienti dalle strutture sanitarie del territorio di competenza della Procura di Torino, di alcune patologie tumorali tra le quali i mesoteliomi pleurici e peritoneali e i tumori della vescica. Altre patologie trattate sono i carcinomi delle cavità nasali e dei seni paranasali, i tumori primitivi della laringe, gli  angiosarcomi epatici e i carcinomi cutanei in sede scrotale. Tali segnalazioni vengono integrate con le informazioni dell’INPS (ricostruzione anamnesi lavorativa) e dell’INAIL (informazioni su malattie professionali riconosciute e su valutazioni di carattere igienistico delle aziende). Inoltre l’Osservatorio e il Registro Mesoteliomi hanno siglato un protocollo d’intesa per l’interscambio di informazioni (AGI, 2016). Al fine di ricostruire più approfonditamente le possibili esposizioni lavorative, vengono inoltre effettuate indagini specifiche dagli Spresal e dalla Polizia Giudiziaria presente sul territorio (polizia Municipale e Arma dei Carabinieri). Tutte le informazioni raccolte vengono integrate in uno specifico sistema informativo messo a punto dal personale afferente alla struttura. Tale sistema informativo consente di ricostruire possibili ipotesi di rischio in specifiche realtà produttive.
In sintesi, si può dire che negli anni vi sono state diverse esperienze di realizzazione di Registri o Osservatori di patologie (sia tumorali sia di altra natura); quelle citate sono solo alcuni esempi. Pare utile sottolineare un aspetto:  alcuni Registri prevedono la raccolta di informazioni sanitarie di soggetti appartenenti a specifiche coorti  unicamente per un certo periodo di tempo (per esempio, non effettuando un follow up al termine dell’appartenenza dei soggetti alla coorte). Orbene, se da un punto di vista operativo tale scelta rende molto veloce l’acquisizione di informazioni, dal punto di vista dell’esaustività dei dati vi può essere una rilevante sottostima dei casi incidenti, soprattutto considerando che molte delle patologie tumorali hanno dei tempi di latenza elevati (anni) e che quindi, non eseguire un follow up della coorte dei lavoratori non consente di risalire alla reale entità delle problematiche sanitarie. Addirittura, vi potrebbe essere un effetto contrario: dal fatto che probabilmente i casi incidenti registrati sono inferiori a quelli realmente presenti nella coorte, se ci si ferma ad analizzare, ancorchè con strumenti stasticamente avanzati, i dati presenti nell’archivio, si può giungere a conclusioni tali da indurre a pensare che l’eventuale problematica sanitaria sia inesistente o comunque di rilevanza inferiore a quanto è nella realtà.

Un chiaro esempio di come vi possano essere criticità nella raccolta dei dati e distorsioni nella loro interpretazione è rappresentato dall’Osservatorio Epidemiologico della Difesa.  Infatti tale struttura si occupa di registrare solo le informazioni inerenti i nuovi casi di patologie neoplastiche che colpiscono il personale in servizio, senza ricercare alcuna informazione sanitaria relativamente al personale congedato. Appare quindi chiaro che da una impostazione di questo tipo, considerando la latenza media tra esposizione a sostanze cancerogene e l’insorgenza della patologia tumorale, è molto probabile che i tassi di mortalità rilevabili possano essere sottostimati.

In conclusione, la strategia ottimale per ottenere delle immagini del fenomeno rilevato il più vicino possibile al dato fattuale, dovrebbe prevedere un approccio di studio “in rete”, coinvolgendo più fonti, integrandone i dati  e validandoli reciprocamente.




Riferimenti bibliografici

P. Vineis (2013). Prevedere le malattie. Le Scienze, n. 538, pag. 50:55.

F. Calamano-Specchia (2015). Manuale critico di sanità pubblica, Maggioli Editore, pag. 780,

DPCM 308 del 10 dicembre 2002, "Regolamento per la determinazione del modello e delle modalita' di tenuta del registro dei casi di mesotelioma asbesto correlati ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del decreto legislativo n. 277 del 1991", pubblicato sulla GU  n. 31 del 7 febbraio 2003.

AGI (2016). Giustizia: Procura Torino, protocollo con Registro mesoteliomi. https://www.agi.it/regioni/piemonte/giustizia_procura_torino_protocollo_con_registro_mesoteliomi-1241520/news/2016-11-10/ - Sito visitato il 9 settembre 2017.

Camera dei Deputati. (2017). Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all’esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e della dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale
Bellico e a eventuali interazioni  - Relazione sull’attività d’inchiesta in materia di sicurezza
sul lavoro e tutela ambientale nelle forze armate: criticità e proposte - Aatti parlamentari. Xvii legislatura. Doc. XXII-bis N. 11.


 
 
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